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Cronaca tutta Carmelitana, “Un Vescovo rivestito dello Scapolare”

Siamo giunti alla vigilia della Festa Grande di Maria Santissima del Carmine, festa sentita da tutto il popolo devoto di Mottola sin da tempi ormai remoti.
È un fatto risaputo che ogni anno nel bel mezzo dell’estate la festa della Madonna del Carmine fa si che nel cuore di ogni cittadino mottolese e nel cuore di ogni confratello e consorella si rinnova un incontro che dà a tutta la comunità intera un’identità ben precisa: quella dell’essere devoti dello scapolare, dono d’amore di Maria per sentici sempre figli suoi ed avere in ogni istante della nostra vita la sua carezza materna. Ed è proprio di questo dono che oggi vogliamo parlare come simbolo di vera protezione di Maria nelle situazioni concrete della vita. Ciò che riguarda la nostra riflessione oggi sarà incentrata su di una figura benemerita di questa nostra diocesi di Castellaneta ovvero del vescovo prima e cardinale poi Mons. Bartolomeo D’Avanzo.

Mons. D’Avanzo nacque ad Avella il 3 luglio 1811 da genitori benestanti, studiò nel seminario di Nola ove al termine venne ordinato sacerdote il 20 settembre 1834, successivamente si iscrisse alla Regia Università di Napoli ove ne uscì con un Dottorato. Morì ad Avella sua città natia il 20 ottobre 1884.

A circa quaranta anni di età, il 18 marzo 1851, fu eletto dalla Santa Sede a Vescovo di Castellaneta, ricevendo la consacrazione episcopale 10 giorni dopo, il 28 Marzo 1851.

Egli lavorò tantissimo all’interno della diocesi mostrandosi sempre presente e attento ad ogni singolo aspetto del suo territorio affidatogli dalla Santa Sede, non a caso la nostra Venerabile Confraternita del Carmine e Purgatorio di Mottola ne è testimone e custodisce una preziosa sua testimonianza del 1852 (un anno dopo il suo ingresso in diocesi). In occasione della sua visita pastorale qui a Mottola dove descrive (in una breve relazione) con particolare attenzione, la grandezza e bellezza della festa della Madonna del Carmine dove: “Se ne celebra la festività nel giorno 16 luglio con precedente Sacra Novena ed è esposto il Santissimo Sacramento […] poi si festeggia la medesima Genitrice, si fa la processione per l’abitato, ha luogo il suono di musicali strumenti, lo sparo di fuochi artificiali, e di batterie e tenendo poi esposta la statua per tutta la ottava nella Chiesa matrice si restituisce poi processionalmente nella propria cappella […]”. Conclude la sua descrizione affermando che nella Confraternita, tra i membri sodali, non era in uso il canto polifonico bensì quello gregoriano (una nota particolare e positiva per la Confraternita se consideriamo il tempo storico dove non era accessibile a tutti lo studio delle lingue, in questo caso il latino, ma soprattutto il saper leggere le partiture del canto gregoriano).

Otto anni dopo, precisamente il 13 luglio 1860, il Vescovo Bartolomeo D’Avanzo dopo tanto lavoro all’interno della nostra diocesi veniva trasferito alle Diocesi di Calvi e Teano rimanendo per 13 anni ancora, Amministratore Apostolico della Diocesi di Castellaneta.

Ciò che ci fa parlare del benemerito Cardinale non è solo l’attenzione e la sua presenza nei territori di Mottola ma è un fatto di cui siamo a conoscenza e che viene custodito nelle memorie della diocesi di Teano-Calvi.

Un mese dopo la nuova nomina, precisamente il 13 agosto 1860, fu fatto segno ad un sacrilego attentato.

Mentre, infatti, in quel giorno si dirigeva da Castellaneta a Casamassima, per recarsi prima ad Avella, suo paese nativo, e poi alle due nuove Diocesi di Calvi e Teano per prenderne possesso e farne ingresso in queste due nuove realtà, proprio all’uscita del bosco di Gioia del Colle, venne proditoriamente e vilmente aggredito da due loschi figuri che, attraverso i finestrini della carrozza gli esplosero contro quattro colpi di fucile dei quali il primo fracassò l’interno della carrozza, il secondo gli ferì il polso della mano destra, il terzo gli sfiorò le costole uscendo sotto l’ascella sinistra ed il quarto lo colpì al petto.

Quest’ultimo sarebbe riuscito sicuramente mortale, se non si fosse miracolosamente arrestato sulla croce pettorale che si bucò e sotto di essa L’ABITINO (ovvero LO SCAPOLARE ricevuto nella chiesa del Carmine di Mottola).

Ancora oggi è possibile vedere la Croce Pettorale, contorta, e la pallottola, con vicino lo scapolare della Madonna del Carmine (l’abitino) che Mons. D’Avanzo portava sempre sospeso al collo, nella piccola vetrina, posta accanto alla sua tomba, nella Chiesa Collegiale di Avella.

Questa testimonianza ci invita ancora una volta a stringerci sempre di più attorno a Maria e a rivestirci del suo Santo Scapolare segno di Protezione e di sicura Speranza, segno che Lei come Madre buona ci sta sempre accanto e ci guida e protegge da qualsiasi pericolo lieve o grave che sia nel cammino quotidiano della nostra vita.

Con questi sentimenti di gratitudine verso di Lei vi auguriamo una santa e bellissima Festa di Maria Santissima, Mamma dolcissima.